UNA PALA APPENA SCOPERTA DI ALESSO BALDOVINETTI
di HERBERT P. HORNE
da:
The Burlington Magazine
for Connoisseurs
Illustrated & Published Monthly
Volume VIII — October 1905 to March 1906
Distribuita a Firenze da B. Seeber, Via Tornabuni, 20
Traduzione di Andreina Mancini
Alesso Baldovinetti afferma nei suoi “Ricordi, Libro A”, di aver ricevuto una commessa il 14 febbraio 1469-70, per dipingere una pala d’altare su pannello per Messer Domenico Maringhi, canonico di San Lorenzo e priore del Monastero di Sant’Ambrogio, a Firenze.
«La qual tavola, – aggiunge –
“deve andare in quella chiesa e monastero di sant’Ambrogio in una cappella, che ha fatto messer Domenico in quella chiesa e monastero, e in questa tavola deve essere un tabernacolo dove deve stare il miracolo del Sacramento con quattro santi ai lati, e angeli, come dirà Messer Domenico: e per detta tavola devo avere il pagamento di lire cinquecento per tutte le mie spese d’oro ed altri colori, eccetto che per il legname. In tutto lire 500” 1
L’origine della famosa reliquia, conosciuta a Firenze come il ”Miracolo del Sacramento” è riferita anche da Giovanni Villani nelle sue Croniche Fiorentine.
“Nell’anno 1229, il 30 dicembre, festa di San Firenze, un prete della chiesa di sant’Ambrogio in Firenze, di nome prete Uguccione, avendo detto la messa e celebrato il sacrificio, e per le infermità dell’età non avendo asciugato bene il calice, per questa ragione il giorno dopo, prendendo quel calice, vi trovò dentro sangue vivo rappreso e incarnato, e questo fu mostrato a tutte le donne di quel monastero, e a tutti i vicini che vi furono presenti e al Vescovo, e a tutto il clero, e poi si mostrò a tutti i fiorentini, i quali si recarono a vedere con grande devozione, e si levò il sangue dal calice, e fu messo in una ampolla di cristallo, e ancora si mostra al popolo con grande reverenza” 2
Il culto di questa reliquia sembra aver acquistato grande fama nel corso del XV secolo. Nel 1433 la Repubblica ordinò che le fosse indirizzata un’offerta annuale;3 più tardi, per una più onorevole custodia della reliquia, Messer Domenico di Jacopo Maringhi commissionò a Alesso Baldovinetti una pala d’altare con un tabernacolo al centro per contenere l’ampolla.
I Libri d’Entrata e Uscita, o registri di cassa, del Monastero di Sant’Ambrogio, mostrano che fra il 27 agosto 1470 e il 27 agosto 1473, per questo dipinto fu pagata al Baldovinetti la cifra di lire 442 e soldi 10 in tredici diverse rate; esclusa la somma di lire 3 e soldi 10 che gli fu pagata il 7 agosto 1473 “per la pittura della tenda della pala d’altare”, la stoffa della quale era costata lire 1, soldi 9, danari 4. L’ultimo di questi pagamenti, quello del 27 agosto 1473, è registrato come fatto in piena soddisfazione del saldo dovuto ad Alesso per la pala d’altare; “per resto dela dipintura dela tauola”4
Oltre a questi pagamenti, i Libri di Debitori e Creditori, o registri di debiti e crediti, del convento mostrano che il 27 agosto 1470 Alesso ricevette per il lavoro due barili d’olio, e il 17 marzo 1471-72 un carico d’olio. Per questi pagamenti in natura ad Alesso è addebitata la somma totale di 33 lire.5 Secondo questi calcoli quindi Alesso ricevette per la pala d’altare in tutto lire 479: ma probabilmente non è registrata una somma pagata all’inizio del lavoro.
Tuttavia la tavola di Alesso non servì a lungo allo scopo per il quale era stata dipinta. Vasari racconta che Mino da Fiesole eseguì per le monache del vicino convento delle Murate un tabernacolo di marmo per il Sacramento
“il qual non aveva ancora murato, quando inteso le monache di sant’Ambrogio – le quali erano desiderose di far fare un ornamento simile nell’invenzione, ma più ricco di ornamento, per tenervi dentro la santissima reliquia del miracolo del Sacramento – la sufficienza di Mino, gli diedero da fare quell’opera 6”
I libri del monastero mostrano che la commessa per questo tabernacolo marmoreo fu affidata a Mino da Madonna Maria Barbadori, badessa di Sant’Ambrogio, il 22 agosto 1481, al prezzo di 160 fiorini di suggello, e a condizione che terminasse il lavoro entro otto mesi. 7
Poiché il tabernacolo di Mino era stato collocato nella nuova Cappella del Miracolo, che era stata costruita in cima alla chiesa, sulla sinistra, vicino alla Cappella Maggiore, e la reliquia era stata spostata lì, non c’era più necessità del tabernacolo che era stato sistemato al centro della pala di Alesso.
Intanto, Messer Domenico Maringhi era morto e aveva lasciato una somma di denaro da spendere per la sua cappella in Sant’Ambrogio; ma essendo sorta una contesa fra i suoi eredi e il monastero, fu deciso con una sentenza arbitrale che dovesse essere stanziata una somma di 25 fiorini larghi per adornare la cappella di San Lorenzo entro il termine di tre anni, nel modo in cui sarebbe parso opportuno al governatore di Sant’Ambrogio e al cappellano della cappella; e i libri del monastero registrarono il credito il 19 gennaio 1481-82.8 Il 1° gennaio 1484-85 Alesso Baldovinetti ricevette la commessa per la somma di 8 fiorini larghi d’oro,
“per riparare e dipingere la tavola che aveva dipinto nella cappella di San Lorenzo eretta da Messer Domenico Maringhi, perché il tabernacolo che era nel mezzo di detta tavola era stato portato via, perché in quel posto potesse essere dipinta una Natività di Nostra Signora.”
I registri del convento scrivono che questa somma di 8 fiorini fu pagata ad Alesso in cinque diverse rate, fra il 5 gennaio 1484-5 e il 3 settembre 1485. Quattro importi su cinque furono riscossi a nome di Alesso dal suo allievo Michele Scheggini da Larciano, detto Il Graffione. Gli stessi libri mostrano anche che la somma di lire 10 e soldi 15 fu pagata a Chimento del Tasso, falegname, per riparare il foro nella tavola della pala d’altare, dove era stato inserito il tabernacolo. Fra gli altri lavori eseguiti nella cappella nello stesso periodo, col denaro lasciato da Messer Domenico Maringhi, c’era l’affresco di un Purgatorio, dipinto da Giosuè di Santi.9
Benché Milanesi conoscesse i documenti dai quali ho tratto queste note, non sembra che avesse compreso appieno la natura del loro contenuto; e allude semplicemente a questo pannello come un quadro della Natività, per il quale Baldovinetti ha ricevuto la commessa nel 1470.10
Tempo fa ho avuto l’occasione di setacciare il magazzino annesso alla sagrestia di Sant’Ambrogio alla ricerca di una pala di Andrea Boscoli che in anni recenti è stata rimossa dalla chiesa. Ho trovato il dipinto in questione riposto con alcuni altri dipinti che erano stati tolti dalla chiesa; e fra di essi un grande pannello che io immediatamente riconobbi come il dipinto di Alesso Baldovinetti, al quale si riferiscono i precedenti documenti. Questo quadro è dipinto su un grande pannello con il lato superiore curvo, alto 2,50 m, largo 2,10 m, compresa una stretta cornice di legno intorno al bordo, intagliata e dorata.
L’apertura al centro del pannello, che in origine conteneva il tabernacolo per la Reliquia del Sacramento, è ancora facilmente individuabile. Misura 1,30 m di altezza, e 0,59 di larghezza, ed ha sei lati con estremità appuntite sopra e sotto.
E’ stata riempita e dipinta con l’immagine inginocchiata della Vergine in adorazione del Bambino, che giace davanti a lei per terra, come descritto nei documenti. A sinistra di dove prima c’era il tabernacolo, e dove ora c’è la figura inginocchiata della Vergine, c’è la figura in piedi a tutta altezza di San Giovanni Battista, patrono di Firenze; e a destra, un’immagine simile di San Lorenzo, il santo patrono della cappella per la quale è stato dipinto.
Giunge le mani in preghiera e indossa le vesti da diacono. Sotto queste due figure ci sono altre due figure inginocchiate: quella a sinistra, sotto il Battista, rappresenta una santa, con le mani incrociate sul petto, probabilmente Santa Caterina, patrona delle monache benedettine, che per un periodo è vissuta nel monastero annesso alla chiesa; e quella a destra, S.Ambrogio, patrono della chiesa, nei paramenti processionali di vescovo. Nella parte superiore del pannello, al centro, c’è una colomba, simbolo dello Spirito Santo dentro una gloria di raggi; e su entrambi i lati tre immagini di angeli in volo. Infine, nella parte inferiore, fra le figure inginocchiate dei santi, sono inginocchiate altre due piccole immagini di angeli. Tutte queste figure si stagliano su uno sfondo azzurro, ora molto scurito.
Purtroppo il dipinto è in una situazione di grande indifferenza, gran parte della superficie si è rigonfiata per il calore, e le parti danneggiate sono state liberamente ritoccate e ridipinte, apparentemente all’inizio del XVII secolo. Le parti che hanno maggiormente sofferto per la ridipintura sono la figura in ginocchio della santa, gran parte della figura del Battista e quelle degli angeli sia in alto che in basso. Queste ultime sono state ridipinte più o meno completamente, con l’eccezione di quello più in basso dei tre angeli in volo, sulla destra. Questa figura, in parte la testa del Battista, e quelle di San Lorenzo e Sant’Ambrogio, che sono conservate piuttosto bene, mostrano che in origine questa pala d’altare doveva essere fra i dipinti su tavola più belli e più importanti di Alesso. Le teste di San Lorenzo e di Sant’Ambrogio, riprodotte nella Tavola II, ricordano da vicino alcune teste nella pala d’altare della Vergine col Bambino in trono, con i santi patroni dei Medici, proveniente dalla Villa di Cafaggiolo, e che attualmente si trova nella Galleria degli Uffizi.
La Cappella di San Lorenzo fu costruita da Messer Domenico Maringhi contro il muro di fondo della chiesa, vicino al portone, a destra entrando nell’edificio. Stefano Rosselli, nel suo “Sepoltuario Fiorentino” scritto nel 1657, così descrisse la cappella nel suo itinerario dentro la chiesa, procedendo dall’altare maggiore verso destra:
“Avendo passato il portone, la Cappella con una Cupola nell’altro angolo [contrapposta all’angolo con la Cappella dei Cardinali, a sinistra del grande portone], è della famiglia dei Maringhi;”
e aggiunge che aveva lo stesso stemma della pala d’altare dipinta da Fra Filippo Lippi, nel 1441, per Francesco Maringhi, che all’epoca si trovava ancora nella chiesa.11
L’espressione usata da Rosselli per descrivere questa cappella, “Capp.a con Cupola”, suggerisce che nella sua forma e sistemazione generale, assomigliava alla cappella costruita dal Brunelleschi per la famiglia Capponi, presso la porta di Santa Felicita, o a quella eretta su disegno di Michelozzo, sopra l’immagine miracolosa della SS.Annunziata: in altre parole, la cappella eretta sopra l’altare di San Lorenzo sembra fosse situata nell’angolo della chiesa, e che fosse composta di quattro colonne che sorreggevano una trabeazione, e che fosse sormontata da una cupola. Il Purgatorio di Giosuè di Santi era probabilmente dipinto su una porzione del muro laterale della chiesa, sotto l’architrave del baldacchino; e la cappella era recintata da una grata lignea, per la quale Chimento del Tasso era stato pagato lire 26 e soldi 4; come risulta dai documenti già citati..12
Giuseppe Richa registra un incendio che distrusse il Sepolcro Pasquale, eretto su uno degli altari della chiesa, nel 1595.13 Forse fu in quella occasione che la tavola di Baldovinetti subì i danni che ancora lo deturpano. Che il dipinto sia stato liberamente restaurato nel XVII secolo, in seguito a un incidente del genere, è evidente dalla figura di San Giuseppe, che è stata inserita a sinistra della Vergine.
La cappella apparentemente è rimasta nelle condizioni originali fino al 1716, quando l’interno della chiesa fu ristrutturato secondo il gusto dell’epoca dall’architetto Giovanni Battista Foggini. Una nota di quel tempo, citata da Richa, segnala che, nel corso di queste modifiche,
“ la cappella che era all’ingresso, a destra, che disturbava l’ordine della chiesa, fu demolita, e rifatta in modo da accordarsi, per quanto possibile, con l’altra cappella sul lato opposto, della famiglia dei Cardinali” 14
Il dipinto di Alesso, tuttavia, rimase ancora sopra l’altare, dove era stato visto da Federico Fantozzi nel 1844, e da lui descritto nella sua guida di Firenze come “una bella tavola antica” “ dipinta sul fare di Lorenzo di Credi.”15 Durante il recente restauro, circa otto anni fa, l’altare sul quale si trovava la tavola fu eliminato, e la pala di Alesso fu spostata in uno dei locali adiacenti alla sagrestia.
Finora ho trascurato di parlare della Natività di Nostra Donna, commissionata ad Alesso nel 1485, da dipingere su quella parte del pannello in cui era stata praticata l’apertura per il tabernacolo. Un’occhiata superficiale è sufficiente per dimostrare che questa figura della Vergine inginocchiata che adora il Bambino, che giace per terra davanti a lei, non fu dipinta di mano di Alesso. L’ovale del capo della Vergine ricorda nella sua forma attuale, e in una certa dolcezza e grazia, il tipo che noi riconduciamo alla scuola di Fra Filippo e del Pesellino; e la forma delle mani della Vergine e la figura del Bambino sono estremamente diverse da quelle che possiamo trovare nei dipinti di Baldovinetti. A chi dunque può essere attribuita questa Natività? Nel periodo in cui essa fu eseguita, dal 5 gennaio al 3 settembre 1485, Alesso era molto impegnato con le due maggiori imprese della sua vita; cioè la decorazione della Cappella Maggiore di Santa Trinita, iniziata nel 1472, e non completamente terminata fino al 1496, e il restauro dei mosaici del battistero di San Giovanni, per il quale nel 1483 gli era stata assegnata una rendita annuale. Alesso stesso, allora, avrebbe avuto poco tempo per occuparsi di simili incarichi minori come questa Natività. Seguendo la pratica comune dell’epoca, un’opera di questo genere sarebbe stata eseguita sopra la tavola, al suo posto in chiesa; e il pittore che si recava là per eseguirlo, avrebbe naturalmente ricevuto subito dalle monache la somma di denaro che gli era dovuta. Ora, i registri mostrano che quattro delle cinque somme che costituivano il prezzo totale del lavoro, furono pagate al Graffione; e da questo maestro, come spero di dimostrare in un futuro articolo, fu senza dubbio eseguita questa Natività. In effetti, una recente ricerca dimostra che questo è il solo lavoro autenticato da lui, venuto alla luce fino ad oggi. Grazie a ciò, cercherò di identificare almeno una importante pala d’altare della stessa mano, e di determinare le caratteristiche del Graffione come pittore.
NOTE
1 Appendice, Doc.1. Ved. Tav.1, p.53
2 L.c., Lib.VI, cap.VII
3 G. Richa, “Chiese Fiorentine”, Vol.II, p.141
4 Appendice, Doc.II e III
5 Appendice, Doc.IV e V.
6 Vasari, ed.1568, Vol.1, p.421
7 Vasari, ed.Sansoni, Vol.III, p.120, note
8 Tre “ricordi” riferiti a questo sono contenuti nel Cod.122, fol.16 tergo, 18 recto e 24 tergo, degli archivi di Sant’Ambrogio, nell’Archivio di Stato di Firenze.
9 Appendice, Doc.VI, VII e VIII.
10 Vasari, ed.Sansoni, Vol.II, p.599, nota.
11 Firenze, Biblioteca Nazionale, Cod.Magliabechiano, II, I, 125-6, Vol.I, p.111
12 Appendice, Doc.VIII
13 G. Richa, “Chiese Fiorentine”, Vol.II, p.250
14 G. Richa, “Chiese Fiorentine”, Vol.II, p.243
15 F. Fantozzi, “Nuova Guida di Firenze”, Firenze, 1844, p.184
Appendice
DOC. I.
Ricordi di Alesso Baldovinetti, Libro A.
fol. 6 tergo,
-
- “Ricordo come oggi questo di 14 di Febbraio anno
detto, tolsi io Alesso di Baldovinetto Baldovinetti a
dipingere una tavola d’ altare da Messer Domenico
Maringhi, calonaco di santo Lorenzo, e priore del munis-
tero di santo Ambrogio, la qual tavola ha andare in
indetta [sic] chiesa e munistero di santo Ambruogio a
una cappella, la quale ha fatto detto messer Domenico
in detta chiesa e munistero, nella qual ta * [sic] ha essere
uno tabernacolo dove ha stare el miracolo del Sagra-
mento con quattro santi da lato, e angioli, come dira
detto Misser Domenico : e debbo avere di pagamento di
detta tavola lire cinquecento ad ogni mie spese d’oro ed
altri colori, eccetto che legname. In tutto L. 5oo.”
Pubblicato da G. Pierotti, in Ricordi di Alesso Baldovinetti, pittore fiorentino del secolo xv, Lucca. 1868, pag. 13.
* Sospetto che questa parola fosse “ha” nell’originale. Baldovinetti aveva l’abitudine di ripetere le parole nei suoi manoscritti.
DOC. II.
Firenze: R. Archivio di Stato: Conventi Soppressi. N° grosso 79, Sant’ Ambrogio, N° 21, Entrata e Uscita, dal 1463 al 1471.
Segnato C.
1470
fol. 63 recto,
Aspese della chapella delmiracholo adi 27 daghosto fiorinj otto larghi porto Alexo baldouinetti porto debiano dare alibro segniata 8. [sic] C, c. 169
lire 44 soldj — danari —
1470
fol. 64 recto,
Aspese della chapella delmiracholo adi [23 di nouembre] detto fiorinj uno largho porto Alexo baldouinettj alibro s[egnato] C, c. 169
lire 5 soldi 9 denarj —
Aspese della chapella delmiracolo adi didicienbre fiorinj none larghi porto alexo baldouinettj alibro s[egnato] C, C. 169
lire 49 soldj 1 denarj —
DOC. III.
Firenze: R. Archivio di Stato; Conventi Soppressi, N° grosso 79, Sant’Ambrogio, N 22. Entrata e Uscita, dal 1471 al 1479. Segnato D.
M cccc lxxj
fol. 62 recto,
enne fatto Aspese della chapelladelmiracholo perinsino adi trenta
creditore digenaio ne mille quatrocento sesantanoue fiorini
madonna
allibro venti larghi porto aleso baldouinetti per parte didi-
segnato.C, pintura della tauola allibro segnato C, c. [170]
c. 136.
lire cxiiij
M cccc lxxj
fol. 62 tergo,
Asspese della chapella delmiracholo adi tre disettenbre fiorini dieci larghi porto alleso baldouinetti chontanti chome apare allibro segnato C. c. 170
lire lv
M cccc lxxj
fol. 63 recto,
Asspese della chapella delmiracholo adi sei dinouenbre fiorini dieci larghi porto aleso baldouinetti chontanti chome apare allibro segnato C. c. 170
lire liiij
M cccc lxxij
Fol. 69 tergo,
Assepese [sic] della chapella delmiracolo adi quattro dinovembre fiorini quattro larghi porto alleso baldovinetti chontanti chome apare allibro segnato C, c. 208
lire xxij
M cccc lxxlj
fol. 70 recto,
Assepese della chapella del miracholo adi diciassette dinouenbre fiorini quattro larghi porto alesso baldouinetti chontanti chome apare allibro segnato C, c. 208
lire xxij
M cccc lxxij
Fol. 72 recto
Asspese della chappella delmiracholo adi sei di febraio fiorini quattro larghi porto messere saluino chontanti chome apare allibro segnato d. c l
lire xxlj
M cccc lxxj
fol. 73 recto,
Asspese della chappella delmiracholo adi sei di detto mese [marzo] fiorini due larghi porto alesso baldouinetti chontanti chome apare allibro segnato d, c. 82
lire xj
M cccc lxxiij
fol 76 recto,
A asspese [sic] della chappella delmiracholo adi undicidi maggio fiorinj quattro larghi porto messere saluino chontanti come apare allibro segnato d. C. 82
lire xxij
M cccc lxxiij
fol. 77 recto,
A asspese [sic] della chappella delmiracholo adiqui[n]dici digiugno fiorini due larghi porto messere saluino chontanti
chome apare allibro segnato d. c. 82
lire xj
M cccc lxxiij
fol. 78 tergo,
Aspese della capella delmiracholo addi trenta di lugglo [sic] lire diede soldj noue edanari quattro peruna cortina dellaltare didetta cbappella chome appare allibro segnato d. c. 82
lire x soldi viiij danarj iiij
M cccc lxxiij
fol. 79 recto,
Asspese della cappella delmiracholo adi sette didetto [agosto] lire tre e soldj dieci ebbe alesso dipintore per dipignitura dell [a] cortina della tavola didetta cappella porto messere salvino chontanti chome appare allibro segnato d. c. 82
lire iij soldi x
Asspese della chappella delmiracholo adi uenzette dagosto lire .vdici porto messere saluino chontanti chome apare allibro segnato d, c. 82 porto alesso per resto dela dipintura della tavola
lire xj
DOC. IV.
Firenze Archivio di Stato; Conventi Soppressi, N° grosso 79, Monastero di Sant’Ambrogio, N° 125. Libro di Case, Possessioni e Livellari. Debitori e Creditori, dal 1468 al 1472, Segnato C,
fol. 169 tergo (c. 170, Debitore),
M cccc° lxx
Spese dellacapella delmiracholo hedjficato per messer domenicho maringhi deono dare adj 27 daghosto fiorinj otto larghi per loro aalex° baldouinetti auscita s[egnato] C, c. 63
lire 44 soldj —
Edeono dare adj decto lire sedjci per ualuta dibarili due dolio ebero dalmunistero eperloro aalex sopradecto ebe dalle donne dj dentro valse
lire 16 soldi —
Edeono dare adj 13 di nouembre fiorinj uno largho per loro aalesso baldouinetti auscita s[egnato] C, c. 64
lire 5 soldj 9 danarj —
L adj :3 dj djcembre ft-rtni none larghl per loro .radec:o auscita s[egnato] C. c. 64
lire 49 soldi 1 danarj —
Ededare insino adj 30 digennaio 1469 fiorinj ventj larghj si pagarono per madonna Maria debarbadorj badessa del munistero a Alesso balduinettj dipintore per parte del dipignere latauola come apare Inquest° ac 136 S[egnato] +e perche gliauamo postj perdebittore messer domen.cho maringhi in quest° ac 137 nelofattiamo Creditore inquest°ac. 166 perche dacordo sifeciano lesueredj cosi sefacese ads 15 dimaggio 1471
lire 114
Ededare lire trentatre pago madonna Maria detta amesser domenicho marighi [sic] per ispese fe nelochio didetta chapella cioe per uetro delocchio chalcina emaesterio e a spese che sene fe debittore messer domenicho inquest° ac 137 S[eignato] + e Creditore madonna Maria in quest° ac 136 S[egnato ] + che ne rimanemo dacordo adi 15 dimaggio 1471 con apollonio marighj [sic] reda sene facesj messerdomenicho maringhj in quest° c. 166
lire 33 —
Eadj 3 dj settenbre fiorinj, dieci larghi paghamo allesso baldouinetti per parte djdjpintura della tauola delaltare del miracholo porto dicto auscita s[egnato] C, C
lire 55
Eadj 6 djnouembre 1472 fiorinj djeci larghi porto alsopradicto auscita s[egnato] d, c 63
lire 54
Fol 207 tergo (c 208 Debitore).
Edeono dare adj 7 dj marzo lire djciasette per ualuta duna soma dolio demo per loro alesso baldouinetti per parte djdjpintura della tauola dj dicta capella
lire 17 soldj—
Eadi 4 dinonembre 1472 fiorini quatro larghi porto Allex baldoujnettj contanti a vscita s[egnato] d, c. 69
lire 22 soldj —
Eadi 17 didetto fiorinj quatro larghi porto Allex allesso sopradetto avscita S[egnato] d, c. 70
lire 22 soldj —
DOC. V.
Firenze: Archivio di Stato . Conventi Soppressi, N° grosso 79. Monastero di Sant’ Ambrogio, N° 126, Libro di Case. Possessioni e Livelli. Debitori e Creditori, dal 1472al 1482, Segnato D.
fol 81 tergo (c. 82, Debitore),
Ededare adj 6 djfebraio fiorinj quatro larghi per dare aleso djpitore a vcita S[egnato] d, ac. 72
lire 22 soldj —
Ededare adj 6 djmarzo fiorinj dua larghi per dare alesso porto Edetto aucita S[egnato] d, ac. 73
lire 11 soldj —
Ededare adj 11 djmagio 1473 fiorinj quatro larghi porto alesso aucita S(egnato) cl. ac. 76
lire 22 soldj —
Ededare adj 15 djgingnio fiorinj dua larghi porto alesso aucita S[egnato] d, ac. 77
lire 11 soldj —
Ededare adj 30 djluglio lire diecj soldj noue danarj 4 sono per ja chortina aucita Segnato: d, ac. 78
lire 10 soldj 9 danarj 4
Ededare adj 7 daghosto lire tre soldj diecj perdjpitura della chortina adetto altare porto aleso aucita S[egnato] d. ac. 79
lire 3 soldi 10
Ededare adj 27 daghosto lire v[n]dicj sono per resto della djpitura dellatauola della chapella demiracholo porto alesso djpittore djdetta aucita Segnato] d, ac. 79
lire 11 soldj —
DOC. VI.
Firenze: Archivio di Stato, Conventi Soppressi. N° grosso 79, Monastero di Sant’Ambrogio, N° 23. Entrata e Uscita, dal 1479 al 1485. Segnato E.
M cccc lxxxiiij
fol. 165 recto,
Adalesso baldouini (sic) dipintore adj v di detto [gennaio] fiorini uno largho doro innoro porto giouanni di michele dellarciano c 115
lire vi soldj iij
M cccc lxxxv
Fol. 176 tergo,
Adalesso dipintore adi vij djluglio fiorini dua larghi doro innoro eperlui agiouanni di Michele dallarciano porto edetto chontanti chome apare allibro segnato e, ac. 115
lire xij soldj vl
DOC. VII.
Firenze: Archivio di Stato; Conventi Soppressi. N° grosso 79. Sant’ Ambrogio, N 24, Entrata e Uscita, dal 1485 al 1488.
Segnato F.
M cccc lxxxv
fol. 62 recto,
Adalesso dipintore adj v daghosto fiorini uno largo doro innoro porto edetto chontanti chome apare allibro segnato e, c. 115
lire vj soldj iij
M cccc lxxxv
fol. 62 tergo,
Adalesso dipintore adi vi daghosto fiorini dua larghi digrosoni eperlui agiouani dimichele dipintore porto edetto giouanni chontanti chome apare allibro segnato e, C. x15
lire xij soldj vj
M cccc lxxxv
fol. 68 tergo,
Adalesso baldouini [sic) dipintore perinsino adi tee disettenbre fiorini dua larghi doro innoro eper lui agiouanni dimichele dipintore equate ebbe pernoi dagiouanni dantonio merciaio equali acchattamo dadetto giouanni e abialgli [sic: renduti e quali sono per resto della dipintura della tauola della chapella disanctorerenço (sic) chome apare allibro segnato e, c. 115
lire xij soldj viij
DOC. VIII.
Firenze : Archivio di Stato ; Conventi Soppressi, No grosso 79, Monastero di Sam’ Ambrogio, N 57, Debitori e Creditori, dal 1481 at x487, Segnato E.
+ M cccc lxxxiiii
fol. 144 tergo (c. 115, Debitore),
Alesso baldouinj [sic] djpitore dedare adj 5 dj gienaio 1484 fiorinj vno largho doro innoro porto giouannj dj michele delarciano peparte dj pittura aucita s[egnato] E, ac 165
lire 6 soldj 3
Ede dare adj 7 dj luglio t4S5 fiorinj dua doro innoro perluj agiouannj delarciano porto chontantj aucita E, ac. 176
lire 12 soldj 6
Ede dare adj 5 daghosto fiorinj vno largho doro, innoro porto chontanti aucita s[egnato] f, ac. 62 – –
lire 6 soldj 3
Ede dare adj 6 detto fiorinj dua larghj doro innoro priuj agiouannj dj Michele djpitore aucita 1, ac. 62 –
lire 12 soldj 6
Ede dare adj 3 dj settenbre fiorinj dua larghj doro innoro F.perluj ag dj michele djpittore equalj sono perresto dj djpittura dj detta tauola porto giovannj aucita s[egnato] E [sic, errore per F], ac. 68
lire 12 soldj 8
M cccc lxxxiiij
fol. 115 recto (c. 115, Creditore),
Alesso baldouinj [sic] dj rinchontro deauere dalnostro munistero adj prini dj Gienaio 1484 fiorinj otto larghj doro innoro perche chosj siano rimasj dachordo djdaglj per rachonciare Edipigniere latauola cheaaeua djpitta alla chapella dj salorenzo fatta per meser domenicho marighj [sic] perche abia leuato Eltabernacholo chera inmezzo adetta tauola perfaruj djpigniere vna natiuita dj nostra donna Echosj afatto
fiorinj 8 larghj doro innoro
Posto achonto della chapella disalorenzo in quest° ac. 66.
+ M cccc lxxxij
fol. 65 tergo (c. 66, Debitore),
Chapella dj rinchontro dedare adj 3 dj djcienbre 1482 lire cinquantuno sold] noue per paliotto Efregio El ivale sefatto peradorneza dj detta chapella aucita s[egnato) E, ac. 143
lire 51 soldj 9
Ededare adj 17 dottobre 1483 lire venzej soldj quatro Equalj sisopaghatj achimento deltasso legniaiuolo per factura della gratichola dj legniame sefatto adetta chapella porto Edetto inpiu volte aucita s[egnato] E, ac. 145
lire 26 soldj 4
Ededare fiorinj quatro larghj doro inoro Equalj sisopaghatj agiesue djpittore per fare djpignere vno purghatoro indetta chapella chomapare in questa ac. 103
fiorinj 4 larghj doro innoro
Ededare lire diecj soldj sedicj per-achociatura della tauola dj detta chapella chomapare in questa ac. 33 in chotto [sic] dj chimento deltasso legnaiuolo
lire 10 soldj 16
Ededare fiorinj otto larghj doro innoro Equalj abia paghatj alesso baldouinj (sic) djpitore perrachociare cioe djpigniere chortle pare in questa asuo chonto ac. 115
fiorinj 8 larghj doro innoro
+ M cccc lxxxij
fol. 66 recto (c. 66, Creditore),
Chapella dj salorenzo posta nella chiesa nostra per messer domenicho maringhj deauere perinsino adj 19 dj gienaio 1481 fiorinj ventj cinque larghj doro Equalj sanno aspendere innadornezza dj detta chapella abeneplacito delghouernatore dj detta chiesa Edelchapelano dj detta chapella intermine dj tre annj chomapare alibro derichordj dj chasa s [egnato] d, ac. 25 pervlodo dato framunistero nostro elle rede disopra detto messer domenicho maringhj sotto d sopra detto
fiorinj 25 larghj