CRONOLOGIA
MICHELANGELO, PIETÀ DELL’OPERA DEL DUOMO
NOTA COME PIETÀ BANDINI
1547/1555 ca.
Michelangelo, residente a Roma, scolpisce la Pietà in un unico grande blocco di marmo bianco di Carrara.Il gruppo è composto dalle figure della Vergine e di Maria Maddalena,che ricevono il corpo di Cristo,deposto dalla croce da un anziano incappucciato identificabile con Nicodemo, nel cui volto Michelangelo si autoritrae. L’artista, in età avanzata, pensa di destinare quest’opera all’altare vicino il quale vuole essere sepolto.
1560/1649
La Pietà, ancora incompiuta, è abbandonata e danneggiata dallo stesso Michelangelo e viene da lui regalata al suo servitore Antonio da Casteldurante. Questi, dopo averla fatta restaurare da Tiberio Calcagni, scultore fiorentino vicino a Michelangelo, la vende al banchiere Francesco Bandini per 200 scudi. L’opera viene da questi collocata nel giardino della sua villa romana di Montecavallo.
1649/1650
Nel 1649 la Pietà viene venduta dai Bandini insieme alla proprietà di Montecavallo al cardinale Luigi Capponi e portata nel suo palazzo a Montecitorio a Roma.
1653/1671
Il cardinale trasferisce la Pietà nel Palazzo Rusticucci Accoramboni a Roma e il 25 luglio 1671 Piero Capponi, suo pronipote, la vende a Cosimo III dè Medici granduca di Toscana per 300 scudi, su mediazione di Paolo Falconieri, gentiluomo alla corte fiorentina.
1674/1722
Dopo tre anni di ulteriore permanenza a Roma per le difficoltà incontrate nel trasportarla, la Pietànel1674viene imbarcata a Civitavecchia, raggiunge Livorno e poi, lungo l’Arno, arriva a Firenze. Benché Paolo Falconieri suggerisca di collocarla nella Sagrestia Nuova di San Lorenzo la Pietà viene portata nei sotterranei di quella basilica.
1722/1933
Il Granduca Cosimo III dona la Pietà all’Opera di Santa Maria del Fiore che viene posizionata sul retro dell’altare maggiore della Cattedrale, al posto delle statue di Adamo ed Eva di Baccio Bandinelli. L’opera viene collocata su una base marmorea, opera di Giovan Battista Foggini, sulla quale viene riportata un’iscrizione composta da Filippo Buonarroti, discendente di Michelangelo.
1882
Il formatore Oronzo Lelli presenta la richiesta all’Opera del Duomo per la realizzazione di un calco in gesso della Pietà. Nella lettera specifica di aver ricevuto dalla scuola parigina la richiesta di un calco. Informazione che secondo la ricerca archivistica, condotta per il restauro odierno da Veronica Vestri su commissione dell’Opera di Santa Maria del Fiore, si innesta perfettamente con la notizia della presenza di un calco della Pietà Bandini presso l’Ecole des Beaux Arts di Parigi che fu anche oggetto si studio da parte dello scultore Rodin.
Esecuzione del calco, successivamente acquistato, come parte della collezione Lelli, dall’Istituto d’Arte di Porta Romana dove ancora oggi è conservato.
1933/1942
La Pietà viene spostata nella Cappella di Sant’Andrea, nel Duomo fiorentino, dov’è più visibile, perché meglio esposta alla luce.
1942/1945
Per proteggerla dalle offese belliche la Pietà viene messa al riparo in Duomo.
1946/1949
Il 22 maggio del 1946 la Pietà viene portata alla Galleria dell’Accademia per studiarne una collocazione definitiva e nell’occasione viene fatta una pulitura. Nasce una querelle tra l’Opera e la Soprintendenza per la restituzione del gruppo scultoreo. “Il prof. Sabatini chiede che il Consiglio si pronunzi ancora una volta circa la restituzione all’Opera dei due monumenti: La Pietà di Michelangelo e La Maddalena di Donatello. Queste due opere d’arte sono state tolte da tempo dai rifugi in cui erano state messe per preservarle dalle incursioni aeree e da qualsiasi altro danno di guerra ma che non sono ancora state restituite. La Pietà è attualmente alla Galleria dell’Accademia e la Maddalena a Palazzo Strozzi, dove sono pure esposte alcune vetrate istoriate del Duomo senza che ne sia stata informata quest’Opera. Sono così esposte al pubblico a pagamento mentre dovrebbero essere rimesse in Duomo o nel Battistero o quanto meno nel nostro Museo” Doc. 10 XIV, 2,3, Deliberazione del 23 settembre 1948, p. 13.
1949/1980
La Pietà ritorna in Santa Maria del Fiore, nella Cappella di Sant’Andrea.
1972
A maggio viene proposto un primo allestimento della Pietà presso il Museo dell’Opera del Duomo. “ … il presidente espone ai presenti un progetto da attuare al fine di proteggere il gruppo marmoreo della Pietà di Michelangelo conservata in Santa Maria del Fiore, collocandolo in una Sala del Museo dell’Opera. E ciò allo scopo di evitare che, restando quest’opera troppo esposta alla folla degli occasionali frequentatori del Duomo, possa essere fatta oggetto di atti vandalici.”.
(Doc. 10 XIV,2,3 Deliberazione del 22 maggio 1972, pag. 332-333).
1980/1981
La Pietà viene esposta nella Chiesa di Santo Stefano al Ponte nella mostra della serie “Firenze e la Toscana dei Medici nell’Europa del Cinquecento”. Il trasferimento in mostra, nonostante i rischi di trasporto, è dettato dall’esigenza di non sottrarla al pubblico nel periodo dei lavori di restauro nel presbiterio di Santa Maria del Fiore.
1981/2013
La Pietà viene collocata nel Museo dell’Opera del Duomo in una sala al mezzanino. La decisione di trasferirla dalla Cattedrale al Museo è motivata dalla necessità di ovviare al disturbo arrecato al culto dalla grande affluenza di turisti, nonché da ragioni di sicurezza (nel 1972 era stata vandalizzata la Pietà “vaticana”).
2015
Nell’allestimento del nuovo Museo dell’Opera del Duomo, la Pietà viene posta al centro della sala “Tribuna di Michelangelo” su un basamento che rievoca l’altare a cui era probabilmente destinata.