Addio a Odoardo Hillyer Giglioli

NECROLOGIO: ODOARDO H. GIGLIOLI

di Carlo Gamba

da: Bollettino d’Arte, II (APRILE- GIUGNO) 1957

Giovanni Poggi e Odoardo H. Giglioli, Particolare. Mario Cini 1919, Uffizi, studio del Direttore

 

 

CON LA MORTE DI ODOARDO H. GIGLIOLI è sparito uno dei più distinti amatori e critici d’arte della vecchia guardia. Nato a Firenze nel 1873 da famiglia emiliana illustre per dottrina in molteplici rami dello scibile, fin da giovanissimo si sentì attratto dall’arte del disegno e della pittura, cui tentò dedicarsi, conservando nozioni tecniche che gli furono di gran giovamento per le sue future mansioni. Quando Corrado Ricci, direttore delle Gallerie di Firenze, volle rifare lo schedario ragionato dei dipinti, compresi quelli accumulati nei molti e vasti depositi, tra le persone adatte a tale scopo scelse anche il Giglioli.

Promosso poi nel 1907 ispettore, ebbe lungamente la sorveglianza della Galleria Pitti. Ivi il suo squisito gusto naturale e il suo acume critico ebbero occasione di perfezionarsi all’ esame scrupoloso di tanti capolavori, dei quali fece eccellenti schede analitiche e storiche concluse col tempo in un ottimo catalogo. Frattanto aveva ricevuto anche l’incarico di compilare guide e monografie artistiche di Pistoia, di Fiesole, di Empoli, mediante le quali fece conoscere e apprezzare varie opere d’arte poco o punto conosciute. Nel 1918 il Giglioli, nominato Direttore del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, divenne il vero interprete del concetto creativo di Corrado Ricci; poiché sotto di lui tale Istituto prese un incremento attivissimo. Dette larga e oculata estensione all’ annessa biblioteca, mediante acquisti di pubblicazioni e riproduzioni di disegni d’altri istituti.

Quelli degli Uffizi li riordinò in modo da renderne pratica la visione, collocando i più famosi in eleganti passepartouts meglio maneggevoli per gli studiosi. Egli non trascurò mai di estendere tali collezioni mediante acquisti pregevoli di disegni e di incisioni anche dei più illustri artisti moderni. Dette pure continuo incremento alla ivi annessa collezione iconografica, complemento di quella pittorica esposta nel corridoio PittiUffizi. Sotto la direzione quindi di O. H. Giglioli il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, dall’ignobile topaia dove l’aveva trovato il Ricci, venne elevato all’ altezza dei meglio organizzati. Mentre col suo garbo signorile e servizievole egli lo rendeva un centro di cultura largamente accogliente per gli studiosi di tutto il mondo. In seguito a un così perspicace studio di tutto quel materiale che egli schedò per un futuro catalogo, il Giglioli divenne uno dei più acuti conoscitori di quelle arti. E lo scrivente se ne potè render conto nel vederlo scorrere con prontezza e giustezza di discernimento varie collezioni straniere, soffermandosi estatico innanzi ai tratti del genio. Perché sotto un’ apparenza fredda egli celava una natura entusiasta pronta ad accogliere i pregi artistici d’ogni tendenza e d’ogni tempo.

O. H. Giglioli non ha lasciato molte pubblicazioni; tuttavia a raccogliere tutti i suoi articoli sparsi per vari periodici, c’è sempre da farne un volume cospicuo per acume di critica e per interesse di documenti di notevole contributo alla storia dell’arte. Quando Corrado Ricci ideò per l’Istituto di Arti Grafiche una serie di atlanti delle scuole italiane di pittura, prevista in una decina di volumi e affidata a studiosi di speciale competenza, il Giglioli ebbe l’incarico di compilare i due concernenti l’Arte Toscana. Nel 1932 escì il suo primo volume con 319 tavole di dipinti documentati o segnati da Cimabue fino a tutto il Quattrocento. Detta serie rimase interrotta per la morte del promotore. Ma l’opera alla quale il Giglioli dedicò con passione la sua attività fu la vasta monografia di Giovanni da San Giovanni. Per la sua vita e la sua derivazione pittorica, egli si attenne a quanto ne scrisse con coscienzioso amore il contemporaneo Baldinucci.

Egli quindi vide e fece fotografare quanto di questo maestro, così ricco d’immaginazione, di grazia e di spirito, si conserva in chiese, in palazzi, in ville in Toscana e a Roma; e raccolse quanti documenti egli potè rinvenire in proposito. Ma per molteplici circostanze soltanto nel 1939 escì il tanto atteso volume, edito da Gilberto Petralli a inizio di una « collana azzurra » di monografie artistiche. Il testo scritto con quella sobria eleganza e chiarezza proprie dell’autore, nelle belle, vive descrizioni e nelle analisi critiche manifesta tutta la passione intima, che ispira il Giglioli. Una vasta scelta di ottime illustrazioni lo correda efficacemente; documenti numerosi, notizie di opere scomparse, elenchi di opere falsamente ascritte a Giovanni da San Giovanni, indici accuratissimi, completano quest’opera, fondamentale per la conoscenza di tale artista.

Ciò malgrado tale pubblicazione passò quasi inosservata ed io stesso mi rimprovero di non averne fatto una recensione; ma ero allora troppo spesso e lungamente assente dal mio centro di studi. Ma della scarsa accoglienza avuta dal suo libro, Giglioli si amareggiò, si chiuse sempre più in se stesso; la sua salute andò declinando e purtroppo divenne quasi cieco. Ed era una gran pena vederlo in tale stato, ripensando al più felice periodo della sua vita, quando dirigeva con tanta cortese sollecitudine il Gabinetto dei Disegni e Stampe degli Uffizi e godeva dell’apprezzamento e della riconoscenza dei più illustri studiosi dell’arte.

CARLO GAMBA


 

Bibliografia

 

Un nuovo studio sul Bernini, in Rass. Nazionale, 1900, CXIV, p. 305;

La Gioventù del Perugino, in Riv. d’Italia, 1902, fasc. VI, pp. 946-53;

Tre capolavori di scultura fiorentina in una Chiesa di Napoli, ivi, 1902, voI. XII, pp. 1030 – 44;

A Prato – impressioni d’Arte, Firenze 1902;

L’allegoria politica negli affreschi di A. Lorenzetti, in Emporium, 1904, XIX, pp. 265-82;

Pistoia nelle sue opere d’arte, Firenze 1904, p . 176;

Arte Pisana, in Riv. d’Italia, ottobre 1904;

Una tavola di Guidaccio Cozzarelli a Pitigliano, in Rass. d’Arte, 1905, V, p . 174;

L ‘Arte di A . del Castagno, in Emporium, 1905, XXI, pp. 114-41;

Su alcuni affreschi perduti dello Starnina, in Riv. d’Arte, gennaio 1905;

Il pulpito romanico della Chiesa di S . Leonardo: Arcetri presso Firenze, in L ‘Arte, ‘906, IX, pp. 278-91;

La Cappella del Card. di Portogallo nella Chiesa di S . Miniato al Monte e le pitture di A. Baldovinetti, in Rass. d’Arte, giugno 1906;

Nuovi acquisti della Gallerie degli Uffizi e del Museo Nazionale di Firenze, in Emporium 1906, XXIII, pp. 213 -40;

Empoli artistica, Firenze, 1906;

Una pittura sconosciuta di A. Baldovinetti nella Chiesa di S. Marco a Firenze, in Rass. d’Arte, febbraio 1907, p . 26;

Dono di quattro arazzi al convento di S. Marco in Firenze, in Arte e Storia, 1908, nn. 5, 6, pp. 42 – 3;

Su un quadro del Volterrano nella Gall. Uffizi finora attribuito a Giovanni da S. Giovanni, in Boll. d’Arte, settembre 1908;

Su un ritratto di Baccio Valori nella Galleria Pitti dipinto da S. del Piombo, in Boll. d’Arte, 1909, pp. 352 – 6;

Di una lunetta del Poccetti nel Chiostro grande della SS. A nnunziata, in Riv. d’Arte, 1910, VII, p. 63;

Un ritratto di Andrea Frigier gran cancelliere della Repubblica Veneta, dipinto da Tintoretto ed esistente nella Galleria Pitti, in L’Arte, 19 12, XV, pp. 190 – 95;

Una pittura inedita del Cigoli nella Galleria Palatina, in Boll. d’Arte, 1912;

Vasari: vita di A. Baldovinetti, Firenze 1912;

Due sculture in avorio inedite di Baldassarre Slockamer nel Museo Nazionale di Firenze, in L’Arte, 1913, XVI, pp. 451 – 68;

La Storia della pittura perugina, in Arte e Storia, 1914, n. II, pp. 334 – 40;

Tre importanti sculture inedite, due di Mino da Fiesole, una di Ant. Rossellino, in Boll. d’Arte, giugno 1915, pp. 149-54;

Pitture inedite del Gerino da Pistoia a S. Sepolcro, in Boll. Storico Pistoiese, 1915;

Opere d’Arte ignorate o poco note: La mitria del Vescovo L . Salutati nel Duomo di Fiesole, in Riv. d’Arte, n. I, 1916, pp. 57 – 9;

Opere d’Arte ignorate o poco note: un affresco inedito del Sodoma, in Riv. d’Arte, n. II, 1916, pp. 121 – 23;

Appunti d’archivio. Il Crocefisso di bronzo di B . Cennini nella Chiesa di Ognissanti, in Riv. d’Arte, n. III, 1916, pp. 269-72;

Affreschi inediti di G. B . Utili, in Boll. d’Arte 1916, p . 83;

Una pittura inedita di Giusto Susterman erroneamente attribuita a Giov. da S. Giovanni, in L’Arte, 1917, XX, pp. 52 – 3;

Appunti d’archivio. Un quadro dell’Empoli per la Chiesa di S. Felice e la sua storia, in Riv. d’Arte, 1917-18, pp. 107 – 17;

Identificazione di un ritratto nella R. Gall. Pitti, in L’Arte, 1920, XXIII, pp. 134 – 5;

L’Amore e Psiche di Giov. da S . Giovanni, in Dedalo, 1920 – 1921, p. 278:

Filippo Lippi, Firenze 1921;

S . Sepolcro, Firenze 1921; Masaccio, Firenze 1921;

Una pittura inedita di F. Salviati nella Gall. Pitti, in Boll. d’Arte, ottobre 1922 -23, pp. 184 – 87;

Disegni inediti nella Gall. degli Uffizi, in Boll. d’Arte, maggio 1923;

Una pittura inedita di B . Franceschini, in L’Arte, 192 3, XXVI;

Jacopo Ligozzi, disegnatore e pittore di piante e di animali, in Dedalo, 1923-24, IV, p. 554;

Una pittura ignota di Fra Filippo Lippi, in Dedalo, 1925- 26, VI, p . 553;

Chiaroscuri inediti di Andrea del Sarto, di un suo aiuto e del Pontormo, in L’Arte, 1926, XXIX, pp. 261 – 66;

Ritratto di uno Scarlatti dipinto da Jac. del Ponte, in L’Arte, 1926, XXIX, pp. 64 – 67;

Disegni identificati di Filippino Lippi e del Pontormo, in Dedalo, 1926-27, VII, p. 777;

Due disegni inediti di Francesco Londonio, in L’Arte, 1928, XX, pp. 29 – 31;

L’arcipretura di S. Michele Arcangelo a Lucignano in Val di Chiana, da Il Vasari, I, fase. 3, 1928 ;

Disegni italiani di paese nella Gall. degli Uffizi, in Dedalo, 1928 – 29, IX, p . 172;

Affreschi inediti di Giov. da S. Giovanni, in Riv. d’Arte, aprile-giugno 1929, pp. 195 – 203;

Masaccio incompreso, in Riv. storica carmelitana, nel V centenario della morte, luglio-settembre 1929;

Una pittura sconosciuta di Andrea Vicentino e il suo disegno, in Riv. d’Arte, 1929, pp. 364 – 371;

Un affresco inedito di Franciabigio, in Riv. d’Arte, 1929, XI, pp. 212 – 15;

Disegni stranieri di paese nella Gall. degli Uffizi, in Dedalo, 1929-30, X, p. 566;

La cappella Inghirami nella Cattedrale di Volterra, in R iv. d’Arte, 1930, XII, pp. 29 – 54;

Masaccio, in L’Arte per tutti, Roma 1930;

Relazioni fra un quadretto attribuito a Pier Fran. Fiorentino e un disegno del Pesellino, in Riv. d’Arte, 1931, XIII, pp. 520 – 23;

Un disegno inedito di Pietro Faccini, in Dedalo, XI, 1931;

Toscana – Le pitture (sec. XIV-XV), Bergamo 1932;

Un quadro di Jac. Ligozzi ritrovato, in Boll. d’Arte, 1932;

Fiesole, catalogo ragionato delle opere d ‘arte, Roma 1933 ;

Disegni inediti di F. del Cossa e A . Aspertini, in Boll. d’Arte, 1934;

La R. Gall. degli Uffizi (itinerari dei Musei e monumenti d’Italia), Roma 1932;

Nota su M. A. Raimondi e Jac. Francia, in Riv. d’Arte, 1934, XVI, pp. 372 – 80;

Un chiaroscuro inedito del Pontormo nella Gall. Uffizi, in Boll. d’Arte, 1935;

Alcuni disegni di Fra Bartolomeo attribuiti a D. Ghirlandaio nella raccolta degli Uffizi, in Boli. d’Arte, 1936;

Un ritratto di Rinieri Quaratesi attribuita a Michelangelo, in Riv. d’ Arte, 1938, p p. 174 – 80;

Affreschi inediti di P . Frane. di Jacopo Toschi, in Boll. d’Art e, 1938, pp. 25 – 31;

Mostra degli incisori Toscani del 600, Firenze 1942;

Incisori Italiani del 700, Firenze 1943;

Leonardo. Iniziazione alla conoscenza di lui e delle questioni Vinciane, Firenze 1944;

Giovanni da S . Giovanni, Firenze 1949;

Due bozzetti inediti di Michelangelo, Firenze 1951;

Ruggero Panerai e L. Enrico Verwomer, in L’Arte, 1954, luglio;

La critica d’arte. Considerazioni e commenti, in L’Italia moderna, s. a.

 


 

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